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Ki-no-ko fungi
14 février 2019

Cortinarius belleri

Cortinarius belleri Contu e Lavorato-2aCortinarius belleri (foto Lavorato) circa 4 volte la grandezza naturale

Cortinarius belleri Contu e Lavorato-2b

Pubblicato nel: Bollettino del Gruppo Micologico G. Bresadola, Trento, 29:1-2, 1986

Cortinarius belleri  Moser

di MARCO CONTU

Via Manzoni, 33 - 09100 CAGLIARI

e CARMINE LAVORATO

Stettbachstrasse, 95 - 8051 ZURIGO (CH)

 

L'indagine sulla micoflora che popola l'associazione vegetale Cisto-Lavanduleta Br.-BI. 1940 ha assunto una portata più ampia perché essa è stata estesa alla parte meridionale della Penisola (Calabria) dove uno di noi due (C.L.) ha compiuto varie escursioni in compagnia di micologi locali: interessante rilevare che tutte le specie precedentemente trattate in questo lavoro allignano bene pure in Calabria (e forse non solo colà) dove sono state raccolte molte altre entità di rilevante interesse. Fra le raccolte più interessanti fatte tra il 1983 e il 1984 ve ne sono state alcune concernenti taxa del genere Cortinarius. In attesa di chiarire la identità di alcuni reperti diamo qui la descrizione di un taxon di recente istituzione da noi frequentemente osservato durante le nostre escursioni: si tratta di Cortinarius belleri Mos.

 

CORTINARIUS BELLERI Moser 1983

(M. Moser, in Mycologia Helvetica I: 4-5 1983, = C. longisporus Beller 1982, Documents Mycologiques 46: 32 non Cortinarius longisporus [Murr.] Singer)

Cappello: 0,5-1,5(2) cm, poco carnoso, da campanulato, convesso-umbonato ad appianato con piccolo umbone centrale abbastanza ben rilevato. Cuticola umida poi secca, igrofana, liscia o radialmente fibrillosa, di colore castano chiaro o nocciola con tonalità nerastre verso il centro. Margine leggermente involuto, liscio, non striato o poco per tempo umido, poco decorato.

Lamelle: abbastanza fitte, larghe, relativamente grosse, diseguali, annesso-secedenti, da grigiastro-nocciola a marrone-tabacco piuttosto scuro, taglio concolore, non o raramente denticolato.

Gambo: 1-3,5 X 0,1-0,3 cm, esile, fragile, cilindrico a base leggermente bulbillosa. Rivestimento pressoché liscio, talora decorato da scarsi residui di velo, concolore al cappello o più chiaro ma annerente a partire dalla base. Midolloso poi cavo.

Carne: esigua, fragile, grigio-nocciola pallido poi annerente. Odore e sapore poco marcati.

Sporata: marrone scuro.

Caratteristiche microscopiche: spore giallastre al microscopio, inamiloidi, ellittico- fusiformi, decorate da una fine punteggiatura 10-12(15)X4,5-5,5 μm. Basidi 4sporici, clavati, guttulati, 30-32 X 6-8 μm. Cheilocistidi per lo più claviformi fino a 35 X l0 μm. Epicute costituita da ife cilindriche incrostate da un pigmento marrone, larghe fino a 15 μm. Fibbie presenti e numeroseHabitat: solitamente gregario, in numerosi esemplari, in macchi sabbioso, acido, seminascosto dalle foglie secche. Autunno degna.

Raccolta-tipo: Francia, località non ben chiarita nella diagnosi Areale: Francia, Italia (Sardegna e Calabria fino ad ora). Sardegna: Maracalagonis, Foresta Demaniale dei Sette Fratelli, di Is Cannoneris (strada per Santadi) ecc.

Reazioni chimico-cromatiche: cuticola + NaOH: bruno.

Valore alimentare: evidentemente trascurabile date le dimensioni.

Note : Per l'igrofania del. cappello fa indubbiamente parte del sottogenere Telamonia (Fr.) Loudon ed è inserito da Beller nella sezione Uracei Fr. Fu descritto per la prima volta dal francese J. Beller nel 1982 (1), con l'epiteto C. longisporus ma recentemente è stato ripreso dallo specialista austriaco prof. M. Moser (2) che ha ottimamente integrato lo stato delle conoscenze su questa ottima specie, operando, fra l'altro, il cambio di nome in C. belleri Moser dato che in letteratura già esisteva un C. longisporus (Murril) Singer (3) avente priorità nomenclaturale in quanto descritto circa venti anni prima. Non mi è stato possibile repere altra bibliografia sul fungo ma ciò è comprensibile dato che si tratta di una specie di recente istituzione. A nostro avviso C. belleri costituisce una delle specie più interessanti fra le numerose entità mediterranee di questo difficile Genere sia una delle specie tipicamente simbionti dei cisti sia perché a causa delle sue caratteristiche risulta essere di facile determinazione anche alle persone meno versate in fatto di cortinari. Secondo Moser sarebbe simile a C. semivestitus Moser e a C. incisus ma differisce dal primo per i diversi colori, spore più larghe, gambo meno decorato e per l'habitat; dal secondo si differenzia per il colore non rossastro e per la tendenza a non crescere cespitoso. La specie è stata è stata rinvenuta da me in molte località in provincia di Cagliari ma dovrebbe essere presente in località diverse del Nord dell'Isola ed anche in cistaie dell'Italia meridionale, praticamente ovunque vi siano macchie a Cistus sp, pl. mentre l'amico C. Lavorato (Zurigo - CH) lo ha osservato in Calabria durante lo studio delle cistaie di tale regione. Nonostante la sua frequenza riteniamo che C. belleri passi sovente inosservato per le sue piccole dimensioni che fanno sì che spesso esso risulti pressoché essere invisibile perché coperto dalle foglioline secche della pianta simbionte. Ben altre specie del genere Cortinarius sono state raccolte presso Cistus da me e dall'amico Lavorato con il quale collaboro nello studio di questo interessante ambiente: ad esempio una forma di C. anomalus Fr., C. varuformis var. crustuunicolor Bon-Gauguè e due specie del tutto nuove attualmente allo studio da parte di specialisti che non tarderanno ad essere delineate con sufficiente certezza.

 

Ringraziamenti: Desidero ringraziare sentitamente i sigg. C. Lavorato e L. Curreli per l’aiuto prestato.

 

Avvertenza: sarei molto interessato a ricevere segnalazioni di entità raccolte presso Cistus in diverse regioni d'Italia: chi volesse collaborare alla check list attualmente in corso da parte mia e da parte dell'ing. Lavorato è pregato di mettersi in contatto scrivendo al mio indirizzo o a quello di C. Lavorato: Carmine Lavorato - Stettbachstrasse, 95. 8051 Zurigo.

Di tutte le specie citate nei precedenti lavori (Lact. cistophilus, Russula cistoadelpha) sono a disposizione exsiccata nell'erbario degli autori Contu-Lavorato.

 

BIBLIOGRAFIA

(1) J. Beller: Cortinarius belleri sp. nov.; in Documents Mycologiques

(2) M. Moser: Cortinarien aus der untergattung Telamonia; in Mycologia Helvetica I: 4-5, 1983

(3) R. Singer: The Agaricales in modern taxonomy, Cramer, Vaduz, 1975

 


 

Cortinarius scobinaceus post-270-1148813616

Cortinarius scobinaceus (MPG)

SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 987
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
________________________________________________________________________________

Cortìnarìus scobinaceus
Malençon & Bertault (1970), Fl. Champ. Sup. Maroc: 537-542.

Sin.: Cortìnarìus longìsporus Beller (1982) nom illeg., non Cortìnarius longìsporus (Murrill) Singer (1951).
Cotinarius belleri M.M. Moser (1983).

Cappello da 5 a 18 mm, all'inizio campanulato poi aperto, ma con umbone centrale evidente, margine normalmente convesso e non striato; la superficie è interamente ricoperta da squamuline più o meno erette, ocracee con riflessi sericei per tempo secco. La tinta di fondo va dall'ocraceo al bruno-castagna, tende poi all'ocra fulvo in fase di disidratazione. Lamelle spaziate, da sinuose a nettamente ventricose, smarginate. Inizialmente bruno cioccolata, a maturazione bruno ruggine con il filo liscio e più pallido. Gambo fino a 30 x 2 mm, cilindrico, sinuoso, concolore al cappello, ricoperto da fibrille più pallide. Sulla metà o sul terzo inferiore è presente una zona anulare piuttosto netta, sotto la quale è evidente una fiocchettatura di velo giallo-ocra disposta più o meno a spirale. Carne scarsa, circa 1-2 mm nell'umbone, bruno ruggine sia nel cappello che nel gambo, senza odori o saporì particolari.
Reazioni macrochimiche: non verificate.

Spore (fig. A): 10-12 x 5-5,7 μm, amigdaliformi. decisamente allungate (Q =2-2,2), con apice da ottuso a obconico; la superficie è interamente ricoperta da un'ornamentazione bassa e fine. Basidi (fig. B): 29,5-36 x 8,5-9,2 μm, clavati, tetrasporici, con sterigmi lunghi fino a 5 μm; giunto a fibbia alla base. Cellule marginali (fig. C): il filo lamellare si presenta parzialmente sterile (in particolare verso il margine del cappello) per la presenza cellule sterili pluriarticolate, con terminale da piriforme a subcilindrico, quest'ultimo 10-42 x 7-12 μm; giunti a fibbia ad ogni setto. Cuticola (fig. D): l'epicute è sottile, costituita da un trìchoderma dì ife x 6-12 μm, con elementi normalmente strangolati in prossimità dei setti e terminale ottuso; l'ipoderma si differenzia chiaramente per il diametro maggiore, x 20-25 μm. In entrambi i livelli sono presenti giunti a fibbia. Sia sul’epicute che sull'ipoderma le ife sono fortemente incrostate da un pigmento giallo-bruno. Ife del velo: x 6-10 μm, finemente incrostate da un pigmento giallo ocra; giunti a fìbbia ad ogni setto.
Habitat: a gruppi numerosi nelle vicinanze di Cistus monspeliensis, con presenza sporadica di Quercus ilex.

Materiale studiato:
Cortinarius scobinaceus
Italia: MCVE 987 Bosco Vergilli - Frigole (Lecce) 22.11.01, Cistus monspeliensis e Quercus ilex, leg. & det. E. Campo; CE 01042326, Lagarò - Celico (Cosenza) 23.04.01, Cedrus atlantica, leg. C. Lavorato det. E. Campo.
Francia: LIP 771144, Porquerolles 04.11.77, Cistes, leg. Beller det. Beller et Bon; LIP senza n°, Env. Bédarieux 21.10.87, Ch. Verts, leg. JMB. det. Bertéa etc.
Cortinarius belleri
Francia : LIP 2402-1 (Typus), Moliets - Landes 16,01,72, Cìstes, leg. & del Beller (sub nom, Cortinarius longisporus Beller); LIP 971123, Ecault (P.d.C.) 23.01.97, Fourrés dunaires, leg. A. Flahaut det. M. Bon; LIP 94147, Ft D'Ecault – PdeC 30.10.94, Pinède arénicole + mousses et graminées, leg. et det. M. Bon; LIP94147ter. Dom. du Marquenterr01.11.94, fourrés dunaires + pins, leg. & det M Bon; IB 80/621, Var, Porquerolles –l’Ousteaou deDieu 13.11.80, Cistus sp., leg. & det. C. Furrer; IB 81/507, Var, Porquerolles - Plage d^Argent 02.11.81, Cistus monspeliensis, leg. & det. M. Moser.

 

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